Gattuccio
Il gattuccio o piccolo squalo abita fondali sassosi, sabbiosi e corallini, specie se ricchi di gorgonie. Frequenta acque basse e medio-profonde e la sua presenza è riscontrabile dai 10 ai 400 metri di profondità. È diffuso principalmente nel Mediterraneo, ma anche lungo le coste africane dell’Oceano Atlantico sino al Senegal ed in nord Europa arrivando sino alla penisola Scandinava. Il suo corpo è allungato e poco compresso ai lati, con testa appuntita, occhi dal taglio allungato e lungo peduncolo caudale. Le sue pinne dorsali sono abbastanza arretrate; infatti mentre la prima si trova dietro la ventrale, la seconda è dietro l'anale; la coda invece è formata da due lobi, quello superiore è quasi sempre più sviluppato dell'inferiore. Inoltre lateralmente presenta 5 fessure branchiali. Difficilmente questo mammifero supera in lunghezza i 100 cm. Ama nutrirsi di notte e mangia polpi, crostacei, molluschi e vermi policheti, che caccia nei fondali, ma non disdegna di piccoli pesci come gallinelle di mare o piccoli pesci prete. Il gattuccio poi è una specie ovipara: ciò vuol dire che la femmina, dopo essere stata fecondata, depone le uova entro degli astucci ovarici chiamati borsellini delle sirene, lunghi circa 5 cm; sulla parte terminale di questi sono presenti dei filamenti, solitamente quattro, che servono ad ancorare l'astuccio ai rami di gorgonia; ovvero il corallo che costituisce il substrato preferenziale per la deposizione delle uova. All'interno dell'astuccio ovarico l'uovo si schiude, permettendo l’autonomo sviluppo dell’embrione del piccolo squalo. Il gattuccio si riproduce al raggiungimento della lunghezza di circa 60cm in Atlantico e di 45cm in Mediterraneo. Le sue uova vengono deposte a coppie, ciascuna in un proprio astuccio, in media due volte al mese da novembre a luglio, e si schiudono dopo 95/120 giorni in Atlantico mentre invece in Mediterraneo la schiusa può avvenire sino a 280 giorni dopo. Il nome deriva dal diminutivo di gatto, per la pelle chiazzata del pesce che ricorda il pelo di alcune razze di questi felini; secondo un'altra teoria invece il nome farebbe riferimento alla pelle fittamente dentellata del pesce.